
Quando da piccola o da adolescente immaginavo la mia vita adulta, avevo una vaga certezza che avrei avuto dei figli, questo sì. Ecco, finora, di tutto quello che avevo immaginato, questa è l’unica aspettativa che si è realizzata in pieno, anche in anticipo rispetto ai miei programmi iniziali.
In che cosa, invece, le mie aspettative genitoriali sono rimaste, come dire, soltanto congetture e immagini sbiadite che non fanno assolutamente parte della mia realtà odierna, ve lo spiego subito:
1.Mi aspettavo che i figli avessero un’autonomia molto molto limitata nei primi anni di vita
Praticamente, credevo che ai bambini andasse insegnato tutto, ma proprio tutto. Non sapevo che avessero già un set completo di comportamenti istintivi, non sapevo che imparassero a mangiare, esprimersi, camminare e lamentarsi da soli. Addirittura rimasi meravigliata nello scoprire che appena nati si attaccano al seno e iniziano a poppare.
Non so perché: forse l’abitudine alle bambole ferme e ignare di tutto (che non mi sono mai piaciute…), forse perché non avevo mai riflettuto su quanto l’essere umano sia “animalesco” come tutti gli altri esseri viventi, insomma fatto sta che, soprattutto con la mia prima figlia, mi sono ritrovata a dirmi: e caspita, ma questa fa tutto da sola! Ricordo in particolare quando nelle prime settimane di vita, lei già faceva tantissime espressioni facciali legate a ciò che succedeva intorno a lei: ma chi gliele ha insegnate?
2.Immaginavo pomeriggi silenziosi, notti tranquille e risvegli fiabeschi
Sapevo che i bambini piangono, che hanno bisogno di molta assistenza e che non possono essere lasciati soli, ma non sapevo che possono anche non avere nessuna regolarità col sonno, anche per diversi anni. Immaginavo la mia vita con bimbi piccoli fatta di torte fatte in casa, pomeriggi davanti alla tv con copertina e tisana, domeniche tranquille col sugo a bollire per due ore e l’arrosto in forno arrotolato da me in persona, mentre i bambini dormono fino alle 12. Oppure immaginavo che avrei finalmente coltivato hobby e letto tanti libri, dato che sarei uscita di meno e la vita mondana sarebbe crollata a picco.
Macchè. Se la domenica riusciamo a uscire per una passeggiata senza aver prima messo sottosopra tutto ciò che non è fissato ai muri, è già tanto. Se riesco a comprare gli ingredienti per una torta e a usarli prima che scadano, mi sento realizzatissima. Con l’arrivo del secondo figlio, la quantità di alimenti preparati con cura e dedizione, o con preparazioni lunghe, è scesa vicinissima allo zero, e se penso che da giovane universitaria con una cucina 2×2 condivisa in 5 mi dicevo: quando avrò la mia cucina, piena di giusti attrezzi e in cui io possa muovermi, darò libero sfogo alla mia creatività …Devo dire che mi sento davvero una che non aveva capito niente. In effetti adesso regna la regola: qualsiasi cosa vuoi fare, l’importante è che non richieda più di 10/12 minuti. Quindi ricette veloci, libri letti a colpi di due o tre pagine alla volta, riviste lette dopo 3-4 mesi dalla loro entrata in casa..film…cosa? Un film??
3.Supponevo una conoscenza maggiore da parte dei genitori, del mondo dei figli, della loro psicologia, delle loro esigenze
Nella mia fervida immaginazione di ragazza, pensavo che i genitori fossero molto preoccupati della crescita (anche emotiva) dei loro figli; e che, non so attraverso quale canale o quale ambito, ricevessero qualche indicazione o suggerimento per la loro educazione e per capire le loro esigenze. Invece, nada. Deserto. Voragini. Il nulla eterno. All’educazione dei figli, ci pensano la scuola, il catechismo, e l’improvvisazione. Chi ha figli più complicati da gestire…si attacca!! O inizia iter irritantissimi e costosi tra diagnosi varie, richieste di sostegni alla scuola, definizioni varie di disturbi più o meno eidenti e tanto altro ancora.
In questo sono rimasta molto delusa…siamo sicuri, di essere così tanto evoluti come crediamo?
4.Immaginavo una regolarità e una scansione dei tempi definibile a priori
Sempre a causa della mia immaginazione ingenua e martellante, mi aspettavo che la vita genitoriale fosse, diciamo, più scandita e regolare di quella da gente senza figli. I figli vanno a nanna presto, hanno i loro impegni, ci sono orari precisi da rispettare e quasi quasi ci si annoia… Il weekend si pianifica, il ristorante si prenota, la vacanza si decide con calma, tutto è più schedulato.
Anche qui, profonda sorpresa. I figli ti insegnano a vivere sulla cresta dell’onda, momento per momento, senza fare piani troppo ardimentosi e ottimisti. La regolarità diventa solo quella di andare a fare la fila dal pediatra: tutto il resto è improvvisazione, last minute, lo decido il nanosecondo prima di farlo, vediamo come sta, a volte tutto in pomeriggio va deciso in base a se e come è stato fatto un opportuno sonnellino. Quella volta che si addormenta e credi di avere solo 20 minuti di respiro, è la volta che dorme 5 ore filate e tu avresti potuto fare il cambio di stagione a 4 armadi , farti la tinta e preparare le lasagne per il freezer. Ma non lo hai fatto, perché sai che non puoi iniziare lavori del genere e poi lasciarli a metà.
Forse qui il problema è mio. Accetto consigli.
5.Mi aspettavo…una maggiore facilità nella gestione degli affari famigliari
Mi aspettavo una gestione della vita dei piccoli un poco più sostenibile. Attività, campi estivi, locali adatti ai bambini, reti di babysitter…Diventa tutto molto, molto complicato se la mamma deve lavorare e non ha una o più nonne a totale disposizione. E non è solo una questione di fatica o di spese: ci sono proprio dei vuoti, assenza di servizi, assenza di spazi pensati per i bambini, assenza di idee per genitori sommersi dagli impegni. Il bambino diventa qualcosa a cui trovare una sistemazione, e per questo molto spesso i bambini sono sovraesposti ad attività varie, palestre, lingue, musica ecc ecc: perché i genitori hanno bisogno di un sostegno, e non possono più permettersi di stare a casa coi bambini fino alla loro maggiore età. Che si fa se i genitori devono uscire di sera? Che si fa se un genitore è fuori e l’altro ha impegni impellenti?
Che si fa d’estate? Dove vanno i bambini quando la scuola è chiusa?Boh! Avverto un po’ di senso di abbandono, della serie, hai voluto i figli, e adesso ti attacchi.
Queste sono state le mie perplessità di madre, finora, che hanno completamente spiazzato il mio ideale giovanile di vita coi figli. Ho parlato soprattutto di vita pratica, perché è proprio quella che immaginavi diversa. Il resto, sentimenti, emozioni e legami, non sono neanche immaginabili a priori, e , com’è giusto che sia, soltanto l’arrivo del figlio crea quel senso di meraviglia e di desiderio di giustizia nel mondo. Che quando non hai figli, puoi solo immaginare e pregustare; quando poi arrivano, diventano un’inspegabile forza che ti fa sopportare tutto il resto!
Questo post partecipa al progetto #Stormoms sul tema di Marzo: Grandi speranze e grandi aspettative