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L’ allattamento aiuta a combattere il tumore al seno?

tumore seno

 

L’allattamento al seno va promosso per diversi motivi: il principale, è quello della salute del bambino. Ma anche della mamma. C’è relazione tra l’aumento di tumori al seno e la pratica quasi dismessa di allattare per periodi lunghi?

 

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Faccio parte della minuscola minoranza di mamme che ha allattato un figlio per più di due anni. Non è stato facilissimo nè avviare l’allattamento nè portarlo avanti, e alle volte ho pensato che forse, avessi avuto meno motivazioni, avrei mollato prima.

Per allattare al seno, però, intendo allattare veramente, cioè dare il seno al proprio figlio come unica fonte di latte. Parlo di allattamento esclusivo fino ai 6 mesi, e poi di continuare a dare latte a richiesta, cioè ogni volta che il bambino cerca, senza tabelle , e senza fretta di tramutare il pasto latteo in pasto fatto di altri cibi. (Vedi qui).

Vero, il luogo comune ha il suo fondo di verità: il bimbo spesso si attacca “troppo” al seno, lo cerca troppo spesso e lo usa come ciuccio, cioè per rilassarsi, per consolazione ecc…

Premesso che è il ciuccio l’invenzione umana, e che è il ciuccio che abbiamo sostituito alla tetta – alle volte qualcuno se lo scorda- comunque è vero, non ci sono più le condizioni per allattare come si allattava una volta.

Diventa ingestibile ed eccessivamente stancante per la mamma. Ci sono dei momenti in cui ovviamente il bimbo va anche indirizzato, insomma compiuto l’anno è ovvio che la madre , sia quella di oggi che quella dei secoli scorsi, ha anche altri impegni, magari altri figli,  e non può continuare a vivere in estrema simbiosi col figlio . Ma sarebbe auspicabile che ogni madre cercasse di farlo al suo meglio e il più a lungo possibile.

Le motivazioni che mi hanno spinto ad allattare fino a due anni e mezzo del mio bimbo sono state varie, ma la più forte è stata la vaga possibilità che questo mi aiutasse a combattere il tumore al seno, che in famiglia è stato molto presente e in un caso anche letale.

Quando qualcuno sminuisce il sostegno all’allattamento e la sua promozione, o trova insolito un allattamento che oggi si chiama “prolungato”, io in parte gioisco, perché so che quella persona probabilmente non ha avuto donne in famiglia col tumore al seno.

In parte mi intristisco, perché l’atto più bello e naturale che una donna possa fare con le sue tette, è stato relegato ai pochi giorni dopo il parto, per poi tornare all’unica importanza che si dà alla tetta nel suo magico potere di attrarre l’occhio maschile. Utile e bella anche quella, ma riduttiva.

La diffusione del tumore al seno sta diventando impressionante, colpisce tantissime donne anche giovani. Per fortuna la prevenzione sta diventando sempre più efficace, così come anche la cura.

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In quest’ottimo articolo di Genitorichannel trovate riferimenti precisi agli studi condotti negli ultimi anni. Sembra che il beneficio di un allattamento prolungato sia maggiore per le donne con un’accentuata familiarità col problema. Sembra, magari non è.

Si è ancora lontani dal capire le ragioni effettive che stanno portando a un aumento così vorticoso dei casi di tumore – e chi ha avuto il triste evento tra i suoi cari lo sa: ogni strada , anche se appare bislacca o complicata da seguire, va imboccata, a costo di apparire irrazionali o estremisti o fuori tempo.

Buona settimana dell’allattamento a tutte le donne, e buon ottobre rosa, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno.

 

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