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Il #Fertilityday nel mondo che vorrei

fertilityday

 

 

Assodato dunque, come ha detto la ministra, che la campagna per il fertilityday non sia piaciuta, cerchiamo di dare un contributo positivo e di dare una mano. Invece di lamentarci. Lamentarsi soltanto non serve a nulla, ed è anche vero che è troppo comodo mettersi lì a criticare mentre si sta seduti sul divano a fare i propri comodi.

Allora, innanzitutto è difficile piacere a tutti: figuriamoci su temi delicati come questo. Quindi l’obiettivo di questa campagna non può essere quello di essere fighi e acclamati di gioia dalla gente;

ma trasmettere un messaggio, che riguarda la salute pubblica. Come i messaggi sulle sigarette. Insomma ci siamo capiti. Non è campagna elettorale, quindi non si devono ricevere consensi: si deve informare la gente. Però qualsiasi sia lo scopo (prendere voti, informare, infangare la concorrenza, ecc ecc ) cerchiamo di non dimenticare la buona educazione.

Cioè l’educazione, normale, neanche quella proprio perfetta. Un pochino di educazione e di rispetto.

 

 

fertility-figlio

Innanzitutto, nel mondo che vorrei questa immagine qui sopra dovrebbe rappresentare ignoranza, mediocrità, e dovrebbe essere postata ( se proprio non se ne può fare a meno)

da un webete o da un insensibile, o da un invasato, o da una persona davvero ma davvero triste.

Non dal ministero della salute che vuole aiutare le coppie a capire meglio la loro fertilità.

 

“Porta al figlio unico” sembra quasi che il figlio unico sia una malattia.

Fornire dati sulla fertilità è un lavoro serio e avrà (si spera) un certo impatto sulla gente. Non è un gioco e non dev’essere un messaggio da far arrivare in qualsiasi modo, purché arrivi. Insomma, non si può improvvisare. Non è la giornata dedicata agli innamorati o al pesce di lago, o ai viaggi in roulotte. Non è la giornata del sorriso. Insomma ha un tantino di spessore in più.

E la solita risposta, anche abbastanza corretta se presa da sola, si sa qual è:

la campagna è rivolta a chi ha problemi di fertilità o a chi non è abbastanza informato sul tema e rischia di sottovalutare certi fattori come il tempo, l’età

Ma questo non deve dare il permesso di schernire, sminuire e giudicare tutto il resto della popolazione.

Perché è questo che è stato fatto. I consensi non ci sono stati perché è stato semplicemente un insieme di messaggi maleducati e irrispettosi.

Forse si fa fatica ad essere educati e anche efficaci, perché lo stile bullo è sempre quello che premia di più, ovunque, anche in campagna elettorale – e più il messaggio è forte e scomodo e più arriva.

Ma si fa davvero fatica a pensare che quella campagna sia stato il frutto di una sottile strategia del tipo  almeno se ne parlerà.

Sembrava semplicemente sottovalutare l’esistenza di persone fuori dal binario, che non schedulano la loro vita a scaglioni quinquennali con precise scadenze

sia volontariamente che per forze maggiori.

Ecco almeno a me basterebbe poco, basterebbe che si considerino cittadini degni di vivere anche quelli fuori dallo schemino, ché lo schemino molti lo seguono solo perché fa comodo e li libera dall’ansia di doversi scegliere ciò che fare della loro vita.

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