Premetto che scrivendo sul blog e frequentando molti siti dedicati alla maternità e a tutto ciò che vi gira intorno, sono consapevole della grande permalosità che può avere una madre quando si mettono in discussione le sue scelte.
Tale permalosità la ritengo più che opportuna, in quanto non c’è cosa peggiore che sentirsi accusati di sbagliare, quando si sta invece cercando di dare il massimo. Quando si tratta di figli, i genitori (parliamo di persone senza evidenti problemi psichici) sono davvero intenzionati a fare del loro meglio e sta alla sensibilità di ognuno valutare se e quando sia il caso di intervenire, obiettare, criticare e canzonare un genitore per quello che fa o non fa per la cura dei propri figli.
Ci tengo quindi a precisare che tutto quello che scrivo sul blog è frutto della mia esperienza passata e presente coi miei due figli, vissuta nel mio ambiente, in relazione alle persone che frequento e alle situazioni che vivo. Sono tutte mie congetture e riflessioni che assolutamente non credo essere le più valide, le più giuste, le più raccomandabili. Le condivido sul blog perché mi piace raccontare i miei pensieri e mi piace raccogliere pareri. Spesso persone che la pensano diversamente da me, ma che sono pronte al confronto civile hanno saputo offrirmi spunti e punti di vista davvero interessanti. Anzi, sono proprio le persone diverse da me che mi hanno spinto a definire meglio cosa voglio e cosa non voglio per i miei figli. Sono state le domande, le osservazioni e le critiche (civili) a farmi capire che tipo di madre voglio essere.
Quindi, come in ogni altro aspetto della mia vita, sono pronta ad ascoltare sempre e comunque chi la pensa diversamente da me, e mai leggerete nei miei post la supponenza o la convinzione di fare meglio di altri questo mestiere così particolare. Lo dico perché il fanatismo, ovunque esso venga praticato e in qualsiasi contesto, non fa parte del mio modo di essere, non divido il mondo in “quelli come me” e “quelli diversi da me”.
Il titolo del blog, Enigmamma, rappresenta proprio tutto questo: come fare il genitore, per me, non è una scelta drastica. Non seguo correnti di pensiero alla lettera e non mi aggrego pro o contro qualcosa. Per come la vedo io, soltanto ponendosi spesso in dubbio, si possono fare scatti di qualità, e soltanto cercando di districare i rebus che vengono fuori ogni giorno, con molta pazienza e molto spirito di osservazione, si può diventare un po’ più consapevoli della direzione che si sta prendendo.
Lo dico sia per presentarmi meglio, sia per fugare ogni atteggiamento di “muro” che molto spesso ho visto di fronte a categorizzazioni di tipi madri.
Ogni madre può darci un esempio, non scordiamocelo. Ognuna di noi ha il suo enigma da risolvere.
Grazie!