
Sapevate che secondo alcuni educatori, il bambino, anche molto piccolo, è già competente, ne sa già tante?
Continuando il percorso sui libri educativi e per capire qualcosa di più sui nostri figli, oggi passo a parlarvi di un libro-cult, che ho letto durante la mia seconda gravidanza e che mi ha davvero aperto gli occhi.
A questo proposito inserisco una citazione che adoro, da sempre, anche da prima di avere figli, del grande filosofo e teologo Jung:
se c’è un qualche cosa che vogliamo cambiare nel bambino, prima dovremmo esaminarlo bene,
e vedere
se non è un qualche cosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi.
Queste parole mi affascinano: ho sempre pensato che il bambino abbia sempre qualcosa da insegnare agli adulti, e che troppo spesso gli adulti si sentano troppo “arrivati” rispetto ai piccoli. Se vi piace la frase, vi piacerà sicuramente anche il libro che vado a recensire.
Diversamente dal libro Le emozioni dei bambini, di cui vi avevo parlato in questo articolo, il titolo di oggi è un libro meno scorrevole e più in stile saggistico: diciamo che lo consiglio maggiormente a chi ha grande passione per la lettura, e a chi ha proprio voglia di andare alla radice di questa linea pedagogica: insomma, stavolta , lo dico, andiamo un po’ sul pesante.
Il titolo è Il bambino è competente – Valori e conoscenze in famiglia di Jasper Juul – titolo originale Dit kompetente barn.
L’autore spiega subito cos’è che secondo lui andrebbe cambiato nei metodi educativi, parlando come specialista del settore, come operatore diretto in mediazioni familiari e anche come padre.
“A mio modo di vedere, abbiamo commesso un errore fondamentale nel ritenere che i figli non siano persone vere e proprie fin dalla nascita.”
“Abbiamo immaginato che essi avessero bisogno di un energico trattamento di condizionamento preventivo e che, prima di poter essere considerati persone a tutti gli effetti, dovessero raggiungere una certa età”
Delle prime pagine vi riporto queste due frasi: il bambino non è più visto come essere inferiore all’adulto, come un essere che non ha conoscenza alcuna e che deve essere istruito su tutto, come se fosse un contenitore vuoto. Il bambino si merita lo stesso rispetto e soprattutto la stessa dignità che si riconosce agli adulti. Dimostra subito la sua capacità di valutare e di scegliere come comportarsi, soprattutto in relazione al genitore e alle altre figure adulte. Il concetto di collaborazione è stato anch’esso una grande scoperta per me: il bambino, incredibilmente, collabora: cioè segue, che ci piaccia o no, quello che siamo noi, ci si rapporta, ci restituisce quello che siamo, imponiamo, decidiamo, ma a un livello molto più profondo di quello che possiamo immaginare e con modalità che non siamo abituati a valutare.
Il libro è, come dicevo all’inizio, molto specialistico. Non sarà sempre facile andare avanti nella lettura, certi passaggi li ho trovati troppo elaborati, ma comunque consiglio a chi fosse interessato di leggerlo e di cercare di superare quelle pagine un po’ ostiche, perchè il libro nel suo insieme è illuminante, e rappresenta comunque un punto di partenza per molti altri stili di pensiero, e di tutto un filone educativo che propone ai genitori di fidarsi dei propri figli come ci si sa fidare degli adulti. Un libro profondo e che lascia il segno, diciamo che a me ha lasciato proprio un solco. Ottima idea regalo anche questa, ma ricordatevi, solo per genitori che davvero vogliono scavare a fondo. Buona lettura!
Cara Enigmamma,
noi ci capiamo, ecchè te lo dico a ffa’… 😉
A parte gli scherzi, questa lettura l’ho fatta durante il mio tirocinio post-laurea, e l’ho trovata affascinante.
Provo però a dirti una cosa che forse non condividerai, o troverai non correlata. Seconde me, a monte, c’è che di fondo la società non si fida più del nostro istinto, della nostra natura come specie, ossia il nostro essere mammiferi. Ci crogioliamo nell’idea che siamo esseri superiori pensanti dotati di corteccia cerebrale e che questa sia la nostra caratteristica migliore.
Ma nella gravidanza, parto, allattamento e anche educazione dei figli la dimensione degli ormoni, e quindi delle emozioni, viene mediata dalle strutture cerebrali più antiche. A voglia a pensare che il bambino (anzi la diade madre-bambino) sia una specie di tabula rasa sulla quale dobbiamo imprimere insegnamenti e regole prima che prendano una brutta “piega”… Come dici tu, e come suggerisce il libro, la nostra natura va rispettata ed ascoltata, fin da piccoli.
Così forse anche noi donne un giorno avremo quel sano moto di ribellione contro i cosiddetti esperti che, pur con tutte le buone intenzioni, non sempre fanno il nostro bene, sminuendo e caricando di complessità comportamenti che vengono istintivi (ma per tutte diversi, ed è giusto così) solo quando si smette di interferire.
Sapere è potere, è vero, ma anche sentire ed emozionarsi lo è.
Ecco perchè scrivo nel mio blog parlo anche di cose che riguardano “mamma natura”, perchè il bambino è competente se la madre si rende conto a sua volta di esserlo.
A presto!
Carmen
http://lavitafertile.com/incinta-dal-mistero-alle-questioni-pratiche/
Grazie, molto
..e invece la trovo correlatissima, la tua considerazione. Ho avvertito tutto questo sulla mia pelle e in particolar modo col secondo figlio, allattandolo al seno a lungo, in modo esclusivo e documentandomi a dovere. Sì, tutte possono allattare ( a meno di problemi particolari, che non sono i soliti ragadi, scarsa produzione, mancata crescita del bimbo..bensì problemi della madre, di salute). Ma non sempre è facile, non sempre si è sostenute e non sempre si ha la voglia, la forza e anche una certa ostinazione ad andare avanti. E tali caratteristiche le trovi solo se…scavi a fondo nella tua natura e nelle tue profonde esigenze. Perché, nonostante tutto, faccio fatica, adesso che ha superato i due anni, a non notare gli sguardi stupiti e la discrepanza di quello che faccio con quello che è il mondo che mi circonda: lontano, lontanissimo, dalla nostra natura più “animale”, e a suo modo, “competente”.
Insomma quella competenza va ritrovata…nel mio piccolo, cerco di iniziare da qualche parte, almeno col diffondere l’idea!:) Grazie e a presto
Confermo. Anche per me è stata una lettura illuminante, forse la migliore nella mia affannosa – e inutile – ricerca del manuale della mamma perfetta…
Difficile portare la consapevolezza che genera il libro a un livello di applicazione pratica e coerente, ma questa lettura ha sicuramente cambiato il mio sguardo verso l’infanzia in generale e verso i miei bambini in particolare. Meno sorprendente, dello stesso autore, “La famiglia è competente”.
Grazie per il tuo parere! Comunque per me la ricerca di spunti e idee non è mai vana: cercare di essere migliori, porta sempre a qualcosa di fruttuoso! Ricercare la perfezione, quello sì, può essere fuorviante 😉