
Perché mi sento come tra compagni di banco.
Quelli dell’ultima fila, quelli che fanno “rumore”. Non quelli molesti, però. Quelli che starebbero bene anche al primo posto, ma non ci stanno.
Ecco, la sensazione è quella. Fai il tuo dovere, ma chiacchieri pure. Sei in fondo, non sei in prima fila, quindi hai il borbottìo facile e puoi gesticolare dietro le schiene degli altri. Puoi anche mandare aeroplanini di carta, se sai scegliere il momento per farlo.
E le tue scorribande non sono distrazioni, ma contributi all’allegria del gruppo.
Io vivo Adotta1blogger come Il catenaccio finale di una variegata e proficua classe:
le materie sono web writing, blogging, content curation, marketing più o meno velato, poesia, prosa, qualche elemento di grafica e psicologia e sociologia dei social network
I docenti sono altri studenti, che si trovano a un livello diverso dal tuo,
o che sono ferrati in una materia ma non in altre…lo scambio è alla pari, e invece della cattedra c’è un maxischermo dove ognuno proietta qualcosa che ha trovato stimolante.
Una classe aperta, che puoi frequentare a giorni alterni, o per un giorno interno, come ti senti.
Puoi scegliere di approfondire una conoscenza o semplicemente di tenere il conto di chi c’è.
Nessuno ti chiede niente, non sei obbligato a cliccare, o ad apprezzare, sei tu stesso che decidi quando mettere del tuo, se commentare, se rimanere in silenzio. Lo schermo è lì, sempre vivo e colorato, che ti offre spunti di ogni genere. Prenderai solo ciò che riconoscerai come tuo, e utile per la tua attività.
E offrirai ciò che troverai opportuno condividere.
Tu hai il tuo banco, il tuo blog e il web, e decidi che tipo di studente diventare.
E forse studente non è la parola giusta, anche se rende un giusto significato.
Più che studenti, siamo osservatori. Osservatori del web e delle sue particolarità, dei suoi movimenti e delle sue evoluzioni.
La particolarità sta proprio nel sentirsi parte di un osservatorio, di porsi un tantino al di fuori della moltitudine di blog e blogger circolanti in rete, per cercare di prenderne le misure, le caratteristiche e i colori.
E poi, ecco, la vera parte entusiasmante di stare all’ultima fila, è il tipo di legami che si creano.
C’è sempre gente che non se la prende, gente pronta a mediare, a chiederti cosa ne pensi anche se non ti conosce poi così bene, che con un gesto ti fa capire molto, e a cui non hai bisogno di chiedere una mano, perché mentre realizzi di averne bisogno, se ne sta già accorgendo e te la offre. Quelli dell’ultimo banco lo sanno, che magari a volte si fa un po’ troppa caciara e si rischia l’effetto comunella, ma no: in realtà l’ultima fila accoglie tutti, l‘ultima fila si arricchisce tanto di più, quanto maggiore è l’eterogeneità dei suoi elementi.
Con Adotta1blogger riassaporo ogni giorno quella parte bella della scuola, quella che ti rimane anche a distanza di anni: la sensazione di “crescere” insieme agli altri, in un percorso comune che rimarrà a lungo un segno indelebile della propria vita.
Ma grazie mille per avermi citata, al fianco di Avvocatolo,e di Ignoranteconstile, poi! 🙂